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Impariamo a difenderci

 

 

Il corso MGA si propone di:

 

  • spiegare i basamenti della difesa personale

  • sviluppare nell'individuo abilità utili ad una pronta reazione in caso di aggressione

 

Il corso è rivolto a tutti, donne e uomini di ogni età possono partecipare tranquillamente!

Il metodo difesa personale MGA è studiata dalla FIJLKAM per essere di semplice applicazione e per esser imparato rapidamente anche da chi non ha mai praticato arti marziali.

Il corso MGA proposto al Judo Club Cesena 1964 comprende una parte di ginnastica generale per curare il benessere e portare gradualmente il partecipante alla miglior forma fisica.

 

Possibilità di lezioni singole!

 

Vedi volantino informativo

 

 

 


Esiste un divario importante tra lo studio della difesa personale

e ciò che invece la legge consente di fare sul serio, ovvero la legittima difesa.

 

 

Difesa personale

 

 

 

In questi anni, l’argomento difesa personale è tornato in primo piano sulla stampa. Suscitano notevole clamore le violenze subite da persone indifese, dentro le mura domestiche (e sui mezzi di trasporto come i treni locali). Anche quando ad essere aggredite sono persone capaci di rispondere alle offese fisiche, c’è il rischio che la loro risposta sia sanzionata davanti a un magistrato.

 

La disciplina dell’art. 52 del Codice Penale (testo aggiornato legge n. 59/2006) tratta la legittima difesa.

 

L’art. 52 recita: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionale all’offesa”.

 

L’elemento principale della norma è la proporzionalità della risposta alla violenza subita, che vale anche per l’utilizzo di un’arma. La legge, tuttavia, punisce chi si difende con un’arma, specialmente da fuoco seppure detenuta legittimamente: è sempre un’aggravante. Infatti, chi ha provocato danni deve comunque dimostrare che la sua azione è stata legittima, ha cioè l’onere della prova.

 

Il fatto violento (aggressione, furto, eccetera) è sottoposto alla valutazione e all’interpretazione del magistrato, davanti al quale le parti sono convocate. Se l’aggredito è riuscito a difendersi, deve dimostrare di averlo fatto nel rispetto della norma vigente (art. 52 Codice Penale), ma anche di non avere ecceduto. L’aggredito deve collezionare i seguenti requisiti per avere giuridicamente ragione delle proprie azioni difensive:

 

  • dimostrare di essere stato sottoposto a un’offesa ingiusta;
  • di non aver potuto agire in modo diverso, per esempio con la fuga;
  • di essersi difeso durante l’aggressione, non dopo che è terminata;
  • di aver agito esclusivamente contro l’aggressore e i suoi eventuali complici;
  • di non essersi volontariamente messo in situazione di pericolo;
  • di essersi difeso in modo proporzionale all’attacco ricevuto.

 

E’ evidente, che tutti quei requisiti giuridici possono diventare contro producenti nel caso ci si trovi di fronte a uno scaltro malvivente, che riesca a confutarne anche solo un paio. Ci si trova nella situazione migliore avendo dalla propria parte uno o due testimoni.

 

Un esempio brillante, di ciò che può accadere, è stato presentato durante un corso di aggiornamento per insegnanti tecnici di difesa personale. Durante un’aggressione, il malvivente ottiene la peggio, colui che è stato aggredito riesce a difendersi e picchia duramente lo stesso malvivente. Il furbo malvivente denuncia per percosse colui che voleva rapinare, davanti al magistrato chiede un cospicuo risarcimento danni. Il malvivente si presenta davanti al giudice coperto di ecchimosi e con referti medici che corroborano il suo racconto. L’uomo che si è difeso non ha un graffio e sta benissimo. Non essendoci testimoni, il giudice accoglie la richiesta del malvivente e condanna l’altro al risarcimento per i danni inflitti.

 

La cronaca è piena di casi di aggrediti che sono stati accusati di avere causato gravi danni al loro aggressore. Se poi consideriamo l’incertezza del diritto riguardo alle pene da infliggere ai criminali, il quadro diventa completo e desolante.

 

E’ consigliabile a tutti, specialmente alle ragazze e alle donne, di frequentare un buon corso di difesa personale. Noi consigliamo un corso di MGA: Metodo Globale Autodifesa, insegnato presso le palestre di arti marziali affiliate alla FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali).

 

 

 

Metodo Globale Autodifesa

 

 

MGA

 

Il Metodo Globale Autodifesa è una disciplina che raggruppa le migliori tecniche di difesa, mutuate dalle arti marziali giapponesi più importanti (Ju-Jitsu, Judo, Karate, Aikido). Queste tecniche sono state scelte per rendere chi le pratica capace di difendersi, senza incorrere nel rischio di dover risarcire il suo aggressore per eccesso di difesa.

 

Tutte le arti marziali più conosciute e praticate hanno nel proprio bagaglio tecnico le conoscenze per rispondere in modo efficace a un’aggressione. Uno studioso delle stesse arti marziali sarebbe in grado di causare seri danni fisici al proprio aggressore, se usasse alcune tecniche e non altre. In quest’ultimo caso, secondo l’interpretazione della legge italiana in vigore, è altamente probabile che di fronte al giudice ci sia il ribaltamento dei ruoli: l’aggressore diventa aggredito e vittima di pestaggio. Se l’aggressore dimostra al giudice di essere vittima di violenza, nonostante l’iniziativa d’aggressione sia stata sua, può addirittura chiedere e ottenere un risarcimento danni, che di solito è di cospicuo importo.

 

MGA è una vera e propria arte marziale che corre trasversalmente tra tutte le discipline federali, costruita esclusivamente sulla difesa e sulla capacità di controllare l’aggressore” (G. Locantore, “MGA – Il Metodo Globale di Autodifesa”, Filpik, Roma, 1999, pag. 19).

 

Il Metodo Globale Autodifesa ha in programma lo studio di tecniche di controllo efficaci. Prevede, poi, esercizi di preparazione adeguati all’impegno richiesto in condizioni di forte stress, sia esso stress emotivo che stress fisico. MGA è un metodo serio che mira a “mettere una persona normale nelle condizioni di sapersi difendere da eventuali aggressioni, in breve tempo” (G. Locantore, “MGA – Il Metodo Globale di Autodifesa”, Filpik, Roma, 1999, pag. 13). Durante la frequenza al corso, l’insegnante tecnico porta esempi di casi reali, proponendo le soluzioni migliori per il disimpegno dell’aggredito. Lo studio delle tecniche di difesa MGA ha sempre l’obiettivo di controllare l’aggressore, fornendo all’allievo le conoscenze giuste per sottrarsi alla violenza, senza dover poi essere chiamato in giudizio e tenuto ad un risarcimento.

 

 

La difesa personale come attività fisica

 


 

La difesa personale non è solo imparare a tirare pugni o calci, ma è anche movimento e benefica attività fisica

 

E’ molto divertente conoscere ciò che pensa la gente della difesa personale. Se ne possono sentire davvero di tutti i generi, dal pensiero “mi insegnano a picchiare, intanto le prendo”, passando per “non mi interessa, non voglio tornare a casa con le ossa rotte”, fino a “non mi piacciono le zuffe”.

In buona parte dell’immaginario collettivo, l’attività chiamata difesa personale o autodifesa è ricondotta al principio del picchiarsi. Questa idea non è corretta.

Nelle grandi città, i corsi di difesa personale hanno un buon numero di iscritti, in parte perché la necessità di imparare a difendersi è più sentita, in parte perché le persone desiderano acquisire maggiore sicurezza in loro stesse.

La difesa personale deriva dalle discipline marziali, che per prime si sono occupate nella storia del problema di come difendersi. Per la proprietà transitiva, i corsi disponibili nelle varie palestre propongono tecniche e percorsi direttamente mutuati dalle arti marziali, studiate da chi le insegna. Ogni arte marziale ha quindi un suo percorso di studi specifico, relativo all’auto difesa.

Non ci sarebbe da stupirsi perciò se qualcuno dicesse “palestra che frequenti, difesa che trovi”.

La difesa personale non è solo imparare un’arte, ma è anche attività fisica, benefica per il corpo.

In linea di principio, chiunque può approcciarsi allo studio della difesa personale, secondo le sue capacità e le sue attitudini. Sarà poi obbligo dell’istruttore, proporre esercizi idonei all’allievo.

Un buon corso di auto difesa prevede una cospicua parte di riscaldamento, con esercizi di ginnastica preparatoria e stretching. Di seguito, si passa agli esercizi sui principi di “posizione-movimento-spostamento”. E’ necessario educare il corpo ad eseguire azioni che, di solito, soprattutto nella vita sedentaria, non fa. Anche questi esercizi, che si ripetono numerose volte, sono di natura ginnica e quindi salutari per il fisico.

Dopo avere meccanizzato i movimenti fondamentali, si passa tranquillamente ai movimenti specifici e via via più complessi, peculiari dell’auto difesa. Si impara a schivare, parare, disimpegnarsi da prese e coercizioni.

E’ bene precisare che non si impara a partecipare ad una volgare rissa da discoteca o da strada. La filosofia, alla base di questi esercizi, insegna ad evitare la violenza e non a farsi travolgere da essa. In questo senso, si ricreano le situazioni più vicine alla realtà, in modo da affrontare anche psicologicamente eventuali aggressioni. Si rinvigoriscono l’attenzione e la concentrazione.

Ogni esercizio viene ripetuto più volte, per permettere al nostro fisico di assimilarlo e utilizzarlo in caso di necessità. Si suda durante la lezione, si fa salire il battito cardiaco, a tutti gli effetti è un attività fisica proficua.

Il corpo umano ha bisogno di essere sempre tonico, reattivo e armonico nei suoi movimenti. A maggior ragione, il corpo deve essere pronto in situazioni di bisogno.

Oltre ai benefici aerobici, ognuno può valutare vantaggi di carattere umano, infatti durante le lezioni di difesa personale si creano prima conoscenze e poi amicizie vere e proprie.

Da ultimo e non meno importante, si imparano e consolidano attitudini di rispetto, solidarietà, serenità. Proprio quel che succede studiando le arti marziali, specialmente le più antiche.

 

Luca Comandini, istruttore MGA

 

MGA

Metodo Globale di Autodifesa

La FIJLKAM Federazione Italiana Judo - Lotta – Karate – Arti Marziale - CONI nel 1999 ha istituito, su proposta del Presidente Federale Dott. Matteo Pellicone, un gruppo di lavoro diretto dal Dott. Giuseppe Locantore, Maestro VI° DAN di Judo e Dirigente della Polizia di Stato in qualità di Vice-Direttore della scuola di Polizia di Roma, per elaborare uno studio finalizzato all’autodifesa simile al Metodo insegnato nella Polizia di Stato.

Il gruppo di lavoro composto dai migliori esperti di arti marziali della Federazione, utilizzando al meglio le caratteristiche comuni degli sport da combattimento federali, e sulla base delle esperienze acquisite nelle situazioni reali, hanno elaborato un programma tecnico multidisciplinare che garantisce, attraverso una progressiva gradualità delle proposte, un’adeguata e corretta conoscenza dell’autodifesa.

Il lavoro si concludeva con la codificazione del METODO GLOBALE AUTODIFESA l’unico sistema autorizzato per l’insegnamento della difesa personale nella FIJLKAM.

La FIJLKAM (unica Federazione degli sport da combattimento riconosciuta dal CONI) rispondeva con un progetto altamente professionale, alle esigenze del mercato nell’ambito della sicurezza in contrapposizione a tutti quei pseudo-metodi più o meno legati alla moda prive di una seria sostanza tecnica.

Nel 2001 grazie all’impegno dei tecnici federali Carlo Maurizzi e Domenico Carlini coadiuvati con il Presidente del Comitato Regionale Emilia Romagna Giovanni Morsiani, invitavano il Responsabile Nazionale Dott. Giuseppe Locantore ed il Maestro Gennaro Maccaro VI° DAN di Judo e Docente Nazionale di Autodifesa e Tecniche Operative Speciali della Polizia di Stato a svolgere dei corsi di abilitazione, per l’insegnamento del Metodo Globale di Autodifesa, rivolti ai tecnici federali FIJLKAM della Regione.

A seguito del notevole interesse per la disciplina federale MGA si sono svolti, presso la palestra dello Sport Village di Bologna, tre corsi in cui i tecnici federali hanno iniziato la loro formazione nelle tematiche dell’ Autodifesa grazie alla preparazione altamente professionale acquisita dagli insegnamenti dei Responsabili Nazionali.

A seguito del lavoro svolto ed all’impegno profuso nella divulgazione e nell’acquisizione delle conoscenze della disciplina dell’MGA i Tecnici Federali Maurizzi e Carlini sono stati invitati dal Dott. Locantore a seguire uno stage di approfondimento tenutosi nel 2002 presso la scuola di Polizia di Roma.

In quella occasione il Presidente Federale prof. Matteo Pellicone conferiva l’incarico di Docente Nazionale al Tecnico Domenico Carlini premiando in questo modo, il lavoro svolto nella Regione Emilia Romagna e l’elevato tasso tecnico acquisito con l’amico e compagno di lavoro Maestro Carlo Maurizzi.

Il Comitato Regionale successivamente stabiliva di istituire un Centro Tecnico Regionale, presso lo Sport Village di Bologna, di formazione permanente adibito espressamente allo scopo (vedi materassine, colpitori, ecc.), indispensabile per garantire una seria ed applicabile conoscenza degli elementi che sono alla base per poter affrontare con sicurezza le situazioni a cui il cittadino puo’ trovarsi ad affrontare in caso di aggressione.

Il lavoro svolto preso il Centro Regionale ha consentito inoltre ai tecnici di rispondere con maggiore professionalità e competenza alle sempre più articolate esigenze del mercato, permettendo di arricchire e ampliare la loro conoscenza specifica in un settore complesso e delicato, in cui oltre agli aspetti tecnici sono presenti risvolti legali e psicologici.

Essendo MGA un metodo suddiviso in vari livelli di difficoltà crescenti e sempre più articolati risponde quindi alle più varie esigenze che vanno dalla formazione di una utenza formata da donne e/o principianti, alla formazione di operatori della sicurezza, e per il livello maggiore a soddisfare le esigenze degli operatori della Polizia Municipale e della Polizia di Stato.

In ogni caso per qualsiasi livello di difficoltà in cui il praticante pratica i corsi di MGA è indispensabile mantenere un livello di allenamento costante che consenta di affrontare con sicurezza le situazioni a rischio senza esprimere violenza gratuita od atteggiamenti scomposti che tendono ad esasperare gli animi, ed a volte creare situazioni molto più pericolose.

Il praticante di MGA deve saper prevenire le situazioni con calma e fermezza, e tale risultato lo si può raggiungere solo attraverso un programma di allenamento specifico e costante.

In questi anni si sono inoltre sviluppate, grazie al Comitato FIJLKAM della Regione Emilia Romagna, numerosi altri importanti eventi fra cui uno stage di perfezionamento per i Tecnici (difesa da coltello e bastone) svolto a Cesenatico e tenuto dai Responsabili Nazionali Dott. Locantore e Maestro Maccaro.

Infine si sono attivate una serie di collaborazioni con altre Regioni in particolare con la Regione Marche, che ha permesso un proficuo scambio di esperienze culminate con uno stage in cui il responsabile delle Marche, Docente Nazionale di MGA Angelo Gramazio, insieme ai Maestri Domenico Carlini e Gianfranco Iorio hanno sviluppato un programma di alto livello che ha arricchito ulteriormente il bagaglio di conoscenza degli oltre 50 Tecnici Federali presenti.

Attualmente nella Regione Emilia Romagna l’organigramma dello staff tecnico dell’MGA è formato dal Responsabile Tecnico Domenico Carlini coadiuvato dai Maestri Carlo Maurizzi, Gianfranco Iorio, Antonio Amorosi (Vice Presidente Regionale settore Judo) e per la parte legale dall’avvocato Barbara Pedretti.

 

 

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